La guerra russo-ucraina sta trasformando gli equilibri mondiali e producendo effetti negativi per le vite umane e le economie, già visibili e quantificabili. Ci sono, tuttavia, una serie di fattori che scavano ferite profonde, di cui non riusciamo ancora a misurare l’ordine di grandezza. Tra questi, c’è anche l’impatto sulla ricerca scientifica mondiale.
Benché non sia ancora possibile analizzare gli effetti del conflitto sulla produzione accademica, si può comunque stimare il valore e l’importanza della collaborazione tra gli atenei e i centri di ricerca europei, ucraini e russi, grazie ai dati disponibili sullo stato delle attività accademiche pre-belliche. È fitta e preziosa la tela dei rapporti scientifici che il conflitto ha messo a repentaglio, e a descriverla sono i dati raccolti da Elsevier riguardo l’attività di ricerca accademica in Ucraina e le collaborazioni con paesi partner.
“Con lo spirito di fornire dati scientifici che supportassero una discussione già presente nella comunità accademica, Elsevier ha focalizzato le sue risorse analitiche per osservare l’evoluzione della ricerca scientifica in Ucraina e le interazioni con il resto d’Europa, per comprendere l’impatto che la guerra sta avendo sul settore della ricerca in quel Paese e nelle collaborazioni scientifiche”, ha raccontato Guillaume Leblanc – Head of Government Affairs France and Southern Europe RELX di Elsevier, uno dei più importanti editori scientifici del mondo con più di 3000 riviste accademiche in ogni ambito.
La Ricerca in Ucraina
Qual è quindi lo stato della ricerca scientifica in Ucraina? Per rispondere a questa domanda Elsevier ha analizzato la produzione accademica del Paese tra il 2016 e il 2021 mettendola a confronto con il resto d’Europa. Il quadro che emerge è quello di un paese vitale, con più di 95.000 paper prodotti negli ultimi 6 anni. Inoltre, nonostante in generale la ricerca dell’Ucraina sia meno citata della media europea (EU28), se guardiamo l’evoluzione degli ultimi 6 anni vediamo che la porzione di pubblicazioni ucraine ben citate (top 10% al mondo) è andata gradualmente salendo dal 6% del 2016 al 9,5% del 2021 e questo indica una decisa evoluzione in termini di qualità.
Gli ambiti di ricerca
Interessante approfondire gli ambiti di ricerca del Paese. Rispetto al resto dell’Europa vediamo infatti che l’Ucraina predilige particolarmente il campo dell’Ingegneria e della Fisica. Quindi, se la media europea della produzione scientifica in ambito ingegneristico è intorno al 18%, per l’Ucraina sale quasi al 27%. Allo stesso modo, se per la Fisica la media Ue sfiora il 26%, in questo campo l’Ucraina tocca quasi il 33%.
Dal punto di vista della produttività degli istituti di ricerca, i più prolifici si trovano a Kyiv e sono la National Taras Shevchenko University e il Politecnico Igor Sikorsky; poi il Lviv Polytechnic National University a ovest (non lontano dal confine con la Polonia) e la Kharkiv National University, sita a Kharkiv, la seconda città più grande dell’Ucraina dopo Kyiv, localizzata a nord-est a soli 40 chilometri dal confine con la Russia.
I finanziamenti
Secondo i dati Elsevier, che riguardano un campione sicuramente rappresentativo, anche se comunque parziale, negli ultimi 10 anni l’Ucraina ha partecipato a quasi 400 progetti di ricerca finanziati a livello internazionale. Molti dei fondi a sostegno della ricerca sono arrivati da organizzazioni governative di vari paesi europei e non, ma il dato forse più significativo è quello che riguarda l’elevato numero e il valore dei finanziamenti ottenuti da parte dell’Unione Europea (circa 150 finanziamenti, ciascuno del valore di diversi milioni di dollari), mentre durante lo stesso periodo notiamo soltanto 17 finanziamenti provenienti dalla Russian Science Foundation (purtroppo non sono disponibili dati sull’ammontare medio di questi ultimi).
Le collaborazioni
Il 34% della produzione accademica dell’Ucraina, circa 35.000 pubblicazioni dal 2016 ad oggi, è frutto di collaborazioni internazionali. Possiamo quindi affermare che in larga misura il Paese collabora con l’Europa (56%), seguono Asia (15%), Nord America (13%), Medio Oriente (7%), Sud America (5%) e Africa (4%). Fra le collaborazioni più assidue con i paesi del continente europeo è interessante notare che, se in testa troviamo la Polonia con 9000 pubblicazioni in co-autorato, al 2° posto si posiziona la Russia e al 3° la Germania, rispettivamente con 8000 e 6000 paper. Francia, UK e Italia seguono con circa 3500-4000 pubblicazioni condivise con l’Ucraina.
Ucraina e Russia
Sono quasi 8000 gli output di ricerca scientifica sviluppati nel periodo 2016-2021 con co-autorato russo-ucraino che hanno un indice di impatto (FWCI) del 2,38, ben al di sopra del valore medio: dati che testimoniano l’impatto positivo che le collaborazioni fra i due paesi hanno nell’ambito della ricerca .
Due le principali aree di ricerca: Fisica (47,8%) e Ingegneria e Tecnologia (24,6%); seguono al 3° posto le Scienze Umane, che contano l’8,1% delle pubblicazioni complessive.
Russia e Europa
Guardando invece alle collaborazioni accademiche della Russia con il resto del mondo, poco più del 22% della sua produzione accademica è frutto di partnership internazionali. In particolare, i co-autorati della Russia con l’Ucraina toccano l’1% della produzione, quelli con l’Italia superano appena il 2%, mentre la percentuale sale al 4% quando si tratta della Germania. Da notare, inoltre, che per l’Italia la collaborazione con la Russia è al 17° posto, mentre per la Russia la collaborazione con l’Italia sale al 6° posto, e questo potrebbe suggerire una certa vulnerabilità della Russia nel caso l’Italia decida di cessare i rapporti di collaborazione nell’ambito della ricerca.
Ucraina e Italia
Dal 2016 ad oggi ci sono state quasi 3500 collaborazioni di ricerca che hanno coinvolto simultaneamente ricercatori ucraini e ricercatori italiani. È interessante notare come l’impatto di questo rapporto di ricerca collaborativa (FWCI 4.51) sia ben più alto dell’impatto generale della ricerca sia ucraina (FWCI 0.94) che italiana (FWCI 1.46): questo senza dubbio suggerisce l’importanza per entrambi i paesi di proseguire con la collaborazione. In questo senso è particolarmente interessante, infine, notare come, nonostante l’Ucraina abbia collaborazioni più intense con altri paesi (come ad esempio la Polonia, la Russia e la Germania), l’impatto della ricerca ucraina in collaborazione con l’Italia sia di gran lunga più alto, rispetto a quello in collaborazione con paesi rinomati per la qualità del loro lavoro, come USA, Regno Unito, Francia e Germania.
Il valore della collaborazione in ambito scientifico
Cosa emerge in sintesi da questo lavoro di analisi proposto da Elsevier? “Innanzitutto – commenta Claudio Colaiacomo, Vice President Global Academic Relations di Elsevier – non esiste progresso scientifico se non c’è collaborazione e questo comporta, nel settore della ricerca, sia pubblica che privata, un senso di responsabilità che porta a evitare il boicottaggio anche verso paesi che possono essere considerati politicamente ostili. Non è un mistero che i grandi centri di ricerca, le riviste, le università non abbiano escluso la Russia dai progetti di ricerca: la natura collaborativa del settore è un valore da preservare e con il quale confrontarsi”.
E infine, rispetto al ruolo dell’Ucraina, Colaiacomo conclude: “Dai dati si evince non solo come l’Ucraina fosse un partner importante per l’Italia (e anche per la Russia), nella fisica soprattutto, ma quanto il paese, proprio nelle collaborazioni, fosse un ‘moltiplicatore’ d’impatto, capace di aumentare anche di molto l’importanza di una ricerca, e proprio rinunciare a questo valore aggiunto sarà uno dei primi effetti tangibili del conflitto sul nostro settore”.