Un breve viaggio tra i luoghi più e meno conosciuti della città di Vicenza.
Una passeggiata narrata da chi la vive da sempre e la vorrebbe far apprezzare a chiunque vi giunga, anche per sbaglio.
Vicenza: discreta come la brina d’inverno
Immaginate una classica mattina invernale, il sole prova a scaldare ogni cosa con i suoi raggi flebili. Nonostante le basse temperature e la brina tutto è illuminato da una luce avvolgente e delicata. L’inverno è magico perché ad esso si associano la quiete ed il silenzio, caratteristiche che contraddistinguono anche il piccolo centro cittadino di Vicenza. La città è discreta. Mai eccessiva e mai banale. È discreta da ogni punto di vista e chi arriva da fuori deve cercare di carpirne i segreti, siano essi umani o artistici. A Vicenza non si alza mai la voce, ma si sussurra sempre per scelta.
Silenzio, dettagli e volti
Per quasi tutta la vita ho vissuto la città dandola per scontato, come se non avesse nulla da offrire. Questo è stato il mio errore più grande. L’ho capito solo dopo esserci tornata, quando non la vedevo per lungo tempo e a momenti pensavo di averla dimenticata.
Voglio raccontare Vicenza con gli occhi della me che l’ha riscoperta, per permettere a chi viene da lontano di apprezzarla come il più bel racconto breve o sorso di una bevanda inaspettata. Lasciatevi sorprendere dalle strade che io ho percorso per anni, dai signori vestiti di tutto punto in passeggiata, dai calici all’ora dell’aperitivo che adornano gli angoli delle piazze e dai dettagli che non pensereste di poter ammirare.
Vi consiglio di dimenticare l’orologio mentre passeggiate accompagnati dall’aria frizzante e di vivere il piccolo centro. Osservate i dettagli architettonici, ognuno di essi vi rivelerà il gusto e l’identità di famiglie facoltose, di piccoli commercianti impavidi e di artisti, frammenti di storia della città che non necessitano la consultazione di guide turistiche.
Avvolti dal vostro cappotto avviatevi verso il centro attraversando piazza Matteotti che sulla destra ospita il magnifico teatro Olimpico e sulla sinistra palazzo Chiericati che accoglie una collezione di arte moderna di pregio.
Proseguite lungo la via principale che prende il nome di Corso Palladio, sarete accompagnati da persone intente a fare colazione o a camminare immerse nei loro pensieri che non vi guarderanno negli occhi. Probabilmente la prima impressione osservando le persone potrebbe essere di un’apparente freddezza e poca cordialità, ma vi assicuro che bisogna saper guardare oltre. I vicentini incarnano molti stereotipi borghesi, narrati da scrittori ed intellettuali, ma non è più così da molto tempo.
Se amate l’arte visitate palazzo Leone Montanari, perla che nasconde mostre temporanee audaci e collezioni inaspettate. Da qui potrete proseguire per il lato orientale del centro e osservare i palazzi dalle imponenti facciate marmoree, talvolta adornati da colonnati o da finestre in stile veneziano.
Potrebbe capitarvi di attraversare per errore ponte Pusterla per poi scoprire parco Querini con il suo viale alberato e le statue settecentesche che accompagneranno la vostra passeggiata e vi faranno giungere ad un tempietto sulla sommità di un piccolo colle al centro di un laghetto. Godetevi la sua tranquillità e l’anima silenziosa, osservando gli alberi spogli e i colori invernali. Questo luogo è come l’animo di Vicenza, elegante ma discreto.
Tra eredità e ricordi
Se invece proseguirete per il corso osservate i palazzi attorno a voi, imponenti e severi a modo loro. Memori di un passato lontano, fatto di sfarzi e splendori non percepibili dall’esterno, ma che trapelavano solo quando i grandi cancelli venivano aperti per brevi istanti. Se sarete fortunati avrete la possibilità di osservare giardini meravigliosi.
Svoltate e alla vostra destra si presenterà il cuore della città: piazza dei Signori delimitata dalle colonne con il leone e il Redentore. La storia di quest’ultimo lega involontariamente la città a Venezia, ma ovviamente ne rafforza anche il legame. Dalla piazza si può godere di una vista magnifica, ma volendo si può salire sulla terrazza della Basilica Palladiana e far correre lo sguardo. Non escludete la possibilità che un’elegante signora in pelliccia o un distinto signore con il Borsalino vi raccontino aneddoti ed episodi della loro vita che ripercorrono tempi apparentemente non troppo lontani, in cui Vicenza era al massimo del suo splendore contemporaneo.
Dall’alto potrete osservare piazza delle Erbe, quindi provate a lasciar correre l’immaginazione tra banchi del mercato carichi di fiori, verdura e talvolta spezie nelle occasioni speciali. Scendete poi i gradini e percorrete quella stessa piazza e fermatevi nei pressi di ponte S. Paolo. Osservate ciò che sta di fronte a voi, ma prima di concedervi un buon caffè o una tazza di cioccolata calda spingetevi anche fino a ponte S. Michele. Ammirate i colori, lo scorrere lento dell’acqua e chiedetevi se Vicenza vi ha colpito. Se questo fosse il caso, credo l’abbia fatto senza alzare la voce.