Sistema hi-tech antintrusione, firewall, autenticazione a doppia chiave, e archiviazioni periodiche e sicure. I consigli degli esperti, anche in vista del Backup day del 31 marzo
Oggi tutti i nostri dati, anche i più sensibili, viaggiano sul digitale. Perderli o, peggio ancora, vederli finire nelle mani sbagliate, può provocare seri danni nella nostra vita. Non è un caso, infatti, che sia stato istituito il Backup Day, che si celebra il 31 marzo, proprio per ricordarci l’importanza di salvare delle copie in archivi sicuri.
Ma possiamo davvero sentirci al sicuro? Secondo il Rapporto Clusit redatto dall’Associazione italiana per la sicurezza informatica, nel 2022 in Italia gli attacchi da parte degli hacker sono aumentati del 169%.
“Il modo migliore per proteggere i propri dati, evitando di perderli o che vengano violati, è quello di prevedere un sistema di sicurezza con update giornaliero” spiega Emanuele Cappelletti, referente commerciale per l’Italia di Crown Records Management, azienda che offre servizi di gestione e archiviazione dei dati, al servizio di grandi e piccole aziende, parte di Crown Worldwide Group, che in 20 anni di presenza in Italia non ha mai subito alcun hackeraggio ai propri sistemi.
“Sui media sentiamo parlare di hacking solo quando ad essere violati sono i sistemi di grandi aziende o di enti importanti, ma, purtroppo, la quotidianità è piena di tentativi, talvolta andati anche a buon fine, di rubare dati o identità digitali – aggiunge Cappelletti – Per questo, dal singolo cittadino alla grande corporation, tutti dovremmo prendere le dovute precauzioni, e apprendere delle buone abitudini”.
Per i privati, il primo consiglio è quello di scegliere password sicure e cambiarle spesso, non scriverle in posti facilmente accessibili, per i social prevedere sistemi di autenticazione a doppio fattore e installare dei buoni firewall. Attenzione anche alle connessioni Wi-Fi pubbliche, alle quali accedono moltissimi utenti nello stesso momento, alle informazioni che condividete online e a link ed allegati ricevuti via e-mail. Anche proteggere con una password le cartelle con i file più sensibili può essere una buona abitudine, così come salvare su un archivio esterno tutti i propri dati periodicamente e ogni volta che si apportano modifiche importanti.
“Questi sono consigli per la sicurezza base di tutti gli utenti, ma se parliamo di grandi aziende, il discorso diventa più complesso e la posta in gioco più elevata – prosegue Emanuele Cappelletti – In questo caso, noi come Crown Records Management, abbiamo previsto un sistema hi-tech antintrusione, con digitalizzazione e upload dei file frequente su dei server sicuri anti-hackeraggio, con backup su diversi server UK. Per una maggior sicurezza di chi ci affida i propri dati, la loro digitalizzazione avviene tramite upload sul server cliente, sui nostri server, e in più consigliamo sempre di aggiungere un backup dei file su un hard disk esterno. Gestiamo, dunque, l’archiviazione su tre livelli. Quando si tratta di sicurezza dei dati, però, la prudenza non è mai troppa, per questo abbiamo scelto di non trascurare neanche l’aspetto umano. Alle precauzioni di tipo tecnologico, abbiamo affiancato un servizio di guardie giurate armate, che vigilano sui nostri server fisici”.