Urbino Patrimonio dell’Unesco,città Natale di Raffaello Sanzio,situata nel centro dell’Italia nelle Marche.
Una piccola città con un grande patrimonio artistico.
Urbino, città eterna (Patrimonio dell’Unesco)di Mattia Tabanelli
Urbino, città eterna (patrimonio dell’Unesco): Urbino non è soltanto il cuore del Rinascimento Italiano ma il cuore dell’Italia intera che, grazie alla sua università, come una madre, accoglie tutte le nuove generazioni dominate dall’ebbrezza della gioventù.
Da città medievale chiusa, si apre al mondo grazie al suo duca che accoglierà scienziati, umanisti e pensatori.
Arroccata sulle colline, guardando il mare, si lascia cullare dai suoi venti che s’incrociano e l’accarezzano, cercando di toccare le sue argute punte che tentano di sfiorare il cielo e i torricini, quasi fiabeschi e maestosi, che guardan Firenze.
Il Palazzo ducale, nonché museo Nazionale delle Marche, accoglie migliaia di opere d’arte del periodo: visitandolo è possibile immergersi nell’antichità ammirando la sala del Trono dove avvenivano cerimonie e incontri importanti, ma anche visitare le sue segrete dove i servitori mandavano avanti questa bellissima macchina, di guerra e di pace, che era il Ducato di Urbino.
Attraversando le vie del centro si possono ancora sentire i profumi della tradizione: la crescia sfogliata, il pomodoro “alla gosutta”, l’odore del brodo di gallina per i passatelli.
Immersa in una terra di confine, tra l’Umbria e la Romagna, si lascia contagiare dai sapori e da altre tradizioni, per farne alcune sue, proprie, del Montefeltro, terra verde e dolce come le sue colline, ma anche grezza e aspra come i suoi calanchi… terra difficile da raggiungere per la sua connotazione geografica, che sembra molto distante dalla costa, dal mare, ma in realtà non lo è… è a ridosso delle fredde montagne.
I quadri del “divin pittore”, Raffaello Sanzio, dove, in questo anno così difficile, è possibile rimembrare il quinto centenario della sua scomparsa. Gli scorci di Piero della Francesca, con i suoi quadri, nei quali è presente quella luce che solo qui, ad Urbino, si può scorgere: un azzurro turchino che vibra e abbaglia, per poi passare alle magnifiche poesie di Giovanni Pascoli che infliggono, come una sentenza, i suoi sentimenti al lettore; alla scrittura ermetica di Carlo Bo, amico di Giuseppe Ungaretti, e magnifico rettore di Urbino al quale è intitolata l’Università, a cui lui teneva tanto e ha dedicato tutta la sua vita.
Grazie a Bo, alla sua forte passione per la cultura e l’istruzione, Urbino è tornata meta centrale, pronta ad accogliere da tutto il mondo studenti, come in un tempo remoto, quando alla Corte di “FE DUX “ (Duca Federico) di Urbino, vi era una grande ricerca e richiesta di conoscenza che, grazie allo scambio di culture era possibile trovare.
In questa città la cultura la si respira per strada, nelle vie, nei palazzi… Città metafisica, se vista da lontano, come un miraggio, un’oasi nel deserto, al punto che Bo, ultimo duca
di Urbino, l’ha mirabilmente folgorata con parole memorabili: “città dell’anima”.
Dalle allegre giornate calde della festa del duca di agosto, con le sue sfilate rinascimentali, al ritmo di tamburi e cornamuse, si passa alla festa dell’aquilone, ai primi giorni di settembre, aspri come un acino d’uva non maturo, immagini che ricordano che di lì a poco le foglie dagli alberi cadranno e la nebbia sommergerà l’Urbino ventosa.
Lieta di dover accogliere in ottobre i suoi studenti, che, tra risa, canti e il suono di chitarra, rallegreranno le notti buie e fredde, fino alla primavera con le sue margherite che coloreranno i prati della Fortezza, che sovrastando la città, sarà possibile ammirare… Un panorama meraviglioso, unico al mondo.