Sciacca: alla ricerca di storie nei corridoi di un anfiteatro

Un racconto di Sciacca attraverso alcune delle storie e delle leggende che ancora oggi si possono vivere tra le sue strade.

Secondo la mitologia fondata dal Re Sicano Cocalo, Sciacca ha la forma di un anfiteatro, questo rende la città luogo perfetto per dare vita a storie e leggende che ancora oggi aleggiano tra le sue mura e le sue porte. Le sue strade sono come i corridoi di un anfiteatro (daizoma) che collegano una storia all’altra ambientata in scenari meravigliosi.

Dracunara – Il porto

La prima storia non può che riguardare il porto di Sciacca, centro nevralgico della città e della sua economia. È un luogo in cui si può respirare appieno lo spirito degli schiacchitani tra i vacchi ( le barche) e l’odore di pesce appena scaricato dai pescatori. Ma è anche un punto rischioso, perché proprio dal misterioso mare possono arrivare trombe d’aria (in diletto Dracunare ) in grado di mettere in ginocchio la città. I marinai conoscitori del mare e delle sue leggende sono gli unici in grado di sconfiggere questo pericolo. Così armati di falce colpiscono la dracunara nel suo punto più debole: la coda detta anche coda del drago. Però le insidie per Sciacca non finiscono qui, infatti le dracunare sono in grado di vendicarsi maledicendo la città con piogge di spiddi (fantasmi).

Porto di Sciacca
Porto di Sciacca (Foto di Edoardo Coco)

Il caso di Sciacca – Castello dei Luna

Il Castello Luna fu fatto costruire da Gueglielmo Peralta, conte di Caltabellotta e Vicario del Regno, nel 1382. Ed è protagonista della nostra seconda storia denominata poi Il caso di Sciacca. Infatti il castello passò nelle mani di un’altra famiglia nobiliare di origini spagnole, quando la figlia del conte, Margherita, sposò Artale de Luna. Le nozze furono celebrate nonostante la giovane avesse manifestato il suo amore per un altro uomo: Giovanni Perollo, componente della famiglia nobiliare dei Perollo di origine francese. Tra i Luna e i Perollo non correva buon sangue già da tempo per interessi relativi a possedimenti e al potere delle due famiglie.

Questo matrimonio e l’amore impossibile tra Margherita e Giovanni peggiorarono la situazione, tenuta sotto controllo dall’intervento del viceré. Ben presto, però questa calma apparente venne a mancare. Il casus belli si verificò il 6 aprile del 1455 quando Antonio de Luna, nobile e diplomatico dell’epoca, stava partecipando alla processione di Santa Spina di Cristo e giunto davanti al palazzo dei Perollo insultò i rivali, pensando che nessuno potesse sentirlo. Purtroppo per lui vicino alla finestra si trovava Pietro Perollo, barone di Pandolfina, che lo raggiunse e lo ferì. Questo episodio fu l’inizio di un duro scontro tra i Luna e i Perollo fatto di incendi, assassinii e distruzione interrotto dall’esilio delle due famiglie e confisca di tutti i loro beni.

Castello Luna Sciacca
Castello Luna (Foto di Wikimedia Foundation)

L’agghiastru di ‘mmezzu – Oleastro Inveges

Ci spostiamo dal centro di Sciacca per andare in contrada Scunchipani, dove si erge questo oleastro, un imponente albero di ulivo che indica il centro della contrada in cui si trova, da qui il nome dato dagli abitanti Agghiastru di ‘mmezzu (oleastro di mezzo). Probabilmente proprio la sua imponenza e la sua storia hanno dato vita alle leggende che lo riguardano. L’oleastro Inveges, prende il nome dalla famiglia (ormai estinta) che possedeva il terreno in cui si trova, ed è un albero plurisecolare risalente al 1300.

Al suo interno, si dice sia popolato di spiriti streghe e fantasmi e gli abitanti di Sciacca stanno ben attenti dallo staccare i rami, lo sciagurato autore di un gesto simile rischia di avere una mala annata ovvero un anno sfortunato. L’unica possibilità di avere un suo frutto è quando le olive cadono per terra, solo in quel caso, è possibile raccoglierle. Secondo quanto narrato, l’agghiastru sarebbe stato fondamentale anche durante la Seconda Guerra Mondiale, poiché copriva quello che veniva chiamato l’aeroporto fantasma, non permettendo agli americani di bombardare.

Oleastro Inveges Sciacca, contrada Scunchipani
Oleastro Inveges (Foto di Sciaccatermenotzie.it)

Filippu di li Testi – Castello Incantato

Filippo Bentivegna è il protagonista della nostra quarta storia. Scultore esponente dell’ Art Brut e re del suo regno. Nel 1913 giovane e in forma migrò negli Stati Uniti in cerca della fortuna, come avevano già fatto i suoi fratelli, ma purtroppo per lui trovò solo una bastonata alla testa che gli provocò un trauma cranico e problemi di amnesia. Per questo motivo venne rimpatriato poiché considerato improduttivo e inabile al lavoro. Tornato a Sciacca e ormai considerato pazzo anche dai suoi compaesani, Filippo si ritirò nel suo terreno alle falde del Monte Kronio, dove cominciò a dare vita al suo regno. Sfruttando le formazioni calcaree l’uomo cominciò a scolpire sulle pietre delle teste – da qui il nome Filippu di li Testi– con espressioni ben precise, che poi sarebbero diventati i suoi sudditi, per la precisione 20mila sudditi.

Filippo Bentivegna, Castello Incantato
Castello Incantato (Foto di Travelnostop)

Queste sono solo alcune delle storie che vivono nelle strade, nei vicoli o nei corridoi di una città che vista dall’alto sembra un anfiteatro e proprio come un anfiteatro ti permette di vivere delle esperienze tanto immersive da farti immedesimare e vivere Sciacca non come un visitatore ma come un protagonista.