Un viaggio che ci porta in luoghi sconosciuti e preziosi, in un turbine di sensazioni e di emozioni. La Sicilia è tutto questo: un’isola piena di sorprese, meraviglie ed esperienze da vivere. Questa volta si va alla ricerca di due dei luoghi più iconici, seppur nascosti, della costa nord occidentale.
Calette Naturali di Paternella: il respiro di una Terra da scoprire
La boccata d’aria che ti riporta in vita dopo mesi di apnea, quella che dà ossigeno quando non sapevi nemmeno di averne bisogno. Un dolce risveglio fatto di odori, rumori, sapori, persone, calore, tutto dopo mesi di gelida e apatica monotonia: mesi di grigio, se dovessimo trovare un colore, di frastuono e di rumore, di acre se ci servisse un sapore.
Ma con colori, suoni e sapori, si può giocare.
Atterraggio, partenza, via
Dicono che il tre sia il numero perfetto e in effetti, dall’Aeroporto di Palermo, imboccando l’autostrada in direzione Trapani, è la terza uscita, quella di Terrasini, a portarci verso due dei luoghi più affascinanti, seppur nascosti, eppure iconici, della costa. Una contrada sulla destra, Contrada Paternella, quasi invisibile se andiamo di fretta, ci farà arrivare vicino agli scogli, verso due delle calette naturali più pure e incontaminate della zona, perfette per chi ama il mare, la natura e le meraviglie che essa ha da offrire. Da lì in poi, però, il percorso sarà a piedi, perché per vedere, sentire e assaporare davvero, serve calma, lentezza, tempo.
Giù verso il mare
La caletta più famosa tra le due è “quella grande”, che è forse anche la più semplice da raggiungere. Andando giù per la scogliera, tra piante mediterranee e per un sentiero un po’ rudimentale, si arriva infatti al mare, limpido, incontaminato e cristallino, così bello da lasciare chiunque arrivi a bocca aperta. Tutti stanno distesi sulle rocce, da soli o in compagnia, rilassati e visibilmente sereni. C’è chi si tuffa, dagli scogli più bassi se un po’ impaurito o da quello più in in alto, dove si arriva solo arrampicandosi tra le rocce, se coraggioso e amante del brivido, e chi esplora le piccole grotte nascoste; i bambini giocano nella piscina naturale vicino all’insenatura, perché possono stare in piedi senza l’aiuto dei salvagenti, i ragazzi, invece, si immergono nell’acqua profonda, per riemergere solo metri dopo, in mare aperto. L’eco di risate e schizzi d’acqua echeggia nelle ore di punta, il rumore delle onde risuona al mattino presto, quando l’acqua e gli scogli sono gli unici ad esserci e il mare diventa una culla per iniziare la giornata.
La caletta grande è indubbiamente incantevole, adatta a grandi e piccini e perfetta anche per un’intera giornata di relax. Tuttavia, alla fine della Contrada da cui siamo arrivati, si trova un’altra stradina che porta al mare, una che dovrebbe essere privata ma che ha sempre una fessura aperta per lasciar passare coloro che, discretamente, senza disturbare, vogliono arrivare alla costa.
Il gioiello della Contrada
Per arrivare alla “caletta piccola” bisogna nuovamente andare giù: credevamo di essere in pianura, ma ci ritroviamo davanti a delle scale. Siamo tanto in alto, iniziamo a scendere, guardiamo i gradini ma l’attenzione è tutta rivolta, inevitabilmente, alla distesa d’acqua alla nostra destra.
Questa volta, alla caletta, non troveremo famiglie e adulti, ma quasi esclusivamente ragazzi, seduti o sdraiati sulla scalinata incastonata nella montagna da cui siamo arrivati, perché quello è davvero l’unico posto dove possono riposare dopo la nuotata. Tutti qui si divertono, nuotano, ridono e diventano improvvisamente amici quando, dall’acqua, incitano chi sta ancora incerto sul trampolino a prendere coraggio e tuffarsi; perché sì, si può entrare dolcemente in acqua, ma l’attrazione principale e il bello dell’esperienza, alla caletta piccola, è il tuffo, anche solo da guardare. È proprio quando si sta in alto, dove forse si respira meglio anche se il panorama toglie il fiato, che si sente il calore delle persone.
Poi arriva l’odore del mare, l’adrenalina sospesi in aria, l’acqua fredda, a metà tra il dolce e il salato e infine il rumore degli applausi quando finalmente ce l’hai fatta e, subito dopo di te, un altro arriva improvvisamente con una capriola spettacolare. L’acqua è alta, il fondale azzurrissimo, le rocce attorno rossastre.
Giù alla caletta piccola è bello andare al pomeriggio. Tra un tuffo e l’altro, una nuotata e una risata con persone sconosciute, il tempo scorre silenzioso e, all’improvviso, ci si ritrova davanti a uno degli spettacoli più belli che la natura abbia da offrire.
Stiamo immobili, ad ascoltare mentre il mare parla; composti al cospetto di una distesa d’acqua immensa, “dove il cielo si fonde col mare”, dove il sole splende vivo e intenso prima di sparire all’orizzonte. I colori cambiano, il vento porta con sé gli odori della natura, la brezza sfiora il viso, il sale sta ancora sulle labbra e il rumore delle onde è tutto ciò che si riesce a sentire; quasi come in un microcosmo a parte, all’inizio del viaggio, i colori, i suoni e i sapori, iniziano a giocare.